Un’indagine esclusiva svela presunte irregolarità nelle Avis di Napoli e Roma: violazioni sanitarie e interessi personali.
Un’inchiesta condotta da Fanpage.it ha messo in luce preoccupanti anomalie nelle operazioni di raccolta sangue gestite dalle Avis, in particolare quelle di Napoli e Roma. Tradizionalmente percepite come entità di puro volontariato, alcune pratiche interne sembrano contraddire questo spirito altruistico.
Investigando sulle modalità di raccolta del sangue nelle strade e piazze di Napoli, sono emerse gravi violazioni dei protocolli sanitari. Dall’omissione di norme basilari per la sicurezza dei donatori fino all’incoraggiamento alla falsificazione di informazioni cruciali, il processo di donazione appare compromesso. Queste azioni non solo violano le leggi vigenti, ma pongono seri rischi per la salute pubblica.
Gestione opaca dei fondi e favoritismi familiari
Oltre alle preoccupazioni sanitarie, l’inchiesta ha scoperto come alcuni dirigenti delle Avis locali di Napoli e Roma sembrino favorire i propri familiari nell’allocazione dei fondi raccolti. L’indagine ha rivelato un circuito di affitti e consulenze che finiscono nelle tasche di parenti stretti dei dirigenti, trasformando l’attività di raccolta sangue in una questione di interesse personale.
Il caso delle emoteche mobili
Particolarmente allarmante è il fenomeno delle emoteche mobili. In alcune città come Napoli, la raccolta di sangue in strada è una pratica diffusa, ma non esente da problemi. L’inchiesta ha rivelato come volontari e medici, pur di aumentare le quantità di sangue raccolto, siano disposti a trasgredire le regole sanitarie e le procedure di sicurezza.
A Napoli, l’Avis ha ottenuto, spesso per lunghi periodi, le concessioni per le location più strategiche della città, limitando la presenza di altre associazioni. Questo monopolio pare essere facilitato dall’influenza di figure politiche locali, che esercitano pressione sugli uffici comunali per garantire tali privilegi all’Avis.
Di fronte a queste rivelazioni, il presidente nazionale dell’Avis ha espresso preoccupazione e imbarazzo, sottolineando l’autonomia gestionale delle sezioni locali. Tuttavia, rimane aperta la questione su come queste pratiche influenzino l’immagine e l’operato complessivo dell’Avis, un’entità storicamente dedicata al volontariato e alla solidarietà.